Crisi generazionale, crisi maschile, crisi italiana

29.12.2015 16:31

Vecchie e nuove generazioni, cosa cambia? Crisi italiana, crisi post-democratica o di una pre-democrazia? Crisi della figura maschile: essere padri oggi, senza aver più una precisa funzione, come?

Fin dal titolo - Crisi generazionale, crisi maschile, crisi italiana - l'intervento dello psicanalista junghiano Luigi Zoja, per il Festival della Mente, oggi, domenica 31 agosto, si preannunciava oltremodo ambizioso, ma la vastità di citazioni da storici, economisti, psicanalisti, senza contare la quantità di altri riferimenti trans-geografici e trans-storici, suggestioni e parentesi utilizzati all'interno della conferenza - durata un'ora e mezza a furor di popolo, nonostante fossero le 13 di una domenica di sole - hanno spinto il pubblico in un'immersionecomplessa e articolata dentro la parola che ricorre nel titolo:crisi.

Senza utilizzare toni da apocalissi, il vocabolo chiave accanto a crisi nell'intervento di Zoja è stato cambiamento, la cui novità sta essenzialmente nei modi e nei tempi rispetto ad altre epoche. Per cui se un tempo il conflitto generazionale si giocava su uno scontro ideologico oggi si basa su unaconvivenza tra estranei, perché la gioventù che cresce con le nuove tecnologie è proprio diversa biologicamente.

«La generazione degli anni '70 era molto estroversa ed era eterocritica, non accettava il mondo esterno passivamente. Quella nuova è invece introversa e autocritica, più in armonia con problematiche socio-economiche e ambientali che cominciano con il loro rapporto quotidiano con l'ambiente: una responsabilità che non si può lasciare solo alla politica. Questa nuova generazione è al centro di un paradosso che è quello legato al successo dei festival in Europa. In controtendenza con la crisi economica, i festival hanno continuato ad avere successo e a registrare una forte presenza di giovani. A monte del fenomeno, la spinta o ilbisogno in questa nuova generazione a non accettare la deprivazione sensoriale portata dalle recenti tecnologie e a un rifiuto del contatto con il mondo soltanto virtuale. Certomolti cadono da una parte e soffrono delle problematiche legate alla dipendenza dalla rete e dagli strumenti digitali.Soprattutto i maschi. Ma la relazione con il prossimo, la prossimità, non è soltanto un presupposto religioso, ma un bisogno biologico che aiuta a star bene e persino a riscoprire la scrittura su carta - si veda il successo delle Moleskine».

 

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